Perchè sulle bottiglie di Chianti classico è raffigurato un gallo nero?
Chi è amante del buon vino dei meravigliosi paesaggi e delle camminate nel verde come me, non deve lasciarsi sfuggire una visita all’incantevole zona del Chianti Classico in Toscana, famosa per il suo vino che tutti identificano con l’immagine del “gallo nero”
Perché proprio il gallo nero è diventato il marchio di riconoscimento di uno dei vini più importanti del mondo?
Prima di scoprirlo, è importante identificare l’area geografica del Chianti Classico che si estende per ben 70 mila ettari tra le città di Firenze e Siena (vedi foto) e che comprende 8 comuni, svariati paesi, abbazie e castelli, alcuni dei quali ancora caratteristici dell’epoca medioevale
Tra querce e castagni, cipressi e ulivi, i filari di vite sono i veri protagonisti di questo territorio da cartolina: il Sangiovese, che secondo il disciplinare del Chianti Classico DOCG deve essere presente in percentuali che vanno dall’80 al 100%, domina le produzioni.
Al blend possono contribuire poi altri vitigni, esclusivamente a bacca rossa, autoctoni come Canaiolo Nero e Colorino, ed anche internazionali, leggi Merlot e Cabernet Sauvignon.
Attualmente esistono tre tipologie di Chianti Classico, diverse per caratteristiche chimiche e organolettiche:
- Chianti Classico d’annata” (Min. 80% Sangiovese e affinamento minimo di 12 mesi);
- “Riserva“ quando si parla di un affinamento prolungato di 24 mesi totali;
- “Gran Selezione” che viene prodotta con uve provenienti da una singola vigna o da una selezione delle migliori uve con un affinamento minimo di 30 mesi.
Molta strada è stata però percorsa prima dell’odierna ripartizione geografica e disciplina di produzione.
Per molti secoli, già dall’anno Mille, questa zona è stata luogo strategico di scontri e guerre tra le potenti Repubbliche di Firenze e Siena, due poli in grande crescita sia dal punto di vista politico che economico, in combutta per il controllo della Toscana centrale e per la supremazia commerciale.
Nel 1208, presso il Castello di Fonterutoli (tutt’oggi importante azienda vitivinicola toscana – vedi foto) tra le due città venne siglato un trattato di pace (che ebbe vita breve) che assegnò ai fiorentini il territorio del Chianti.
La leggenda che ha aperto questo articolo trae le sue origini proprio da questo evento: si narra infatti che per determinare il punto di confine, le due città scelsero due cavalieri che al mattino seguente avrebbero dovuto svegliarsi al primo canto del gallo. Il punto d’incontro tra i due cavalieri sarebbe diventato il confine del Chianti tra le due Repubbliche.
Siena scelse un gallo bianco.
Firenze scelse un gallo nero.
Le due città adottarono due strategie differenti per far cantare il proprio gallo alle prime luci dell’alba: Siena riempì di cibo il proprio gallo bianco, pensando che la mattina seguente avrebbe cantato per primo pieno di forze, ma ahimé, quest’ultimo era troppo pigro e sazio … di certo con tutto quello che aveva mangiato la sera prima non riuscì a cantare al momento desiderato dalla città!
Firenze invece lasciò a digiuno il proprio gallo nero. Niente cibo! Così quel poveraccio, disperato e affamato, cantò come un matto anche prima che l’alba facesse capolino nella città.
Fu così che il cavaliere di Firenze partì in largo anticipo e riuscì ad accaparrarsi gran parte del territorio del Chianti, mentre il cavaliere di Siena, con grande ritardo riuscì a raggiungere il proprio avversario nel castello di Fonterutoli.
Fu così che quasi tutto il territorio del Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina e per questo il gallo nero divenne da allora lo storico simbolo, prima dell’antica Lega Militare del Chianti ed oggi del Consorzio del Chianti Classico, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio.
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