Ampelopatie - Le avversità a cui la vite va incontro
Le cose che possono andare storto nella produzione di un vino sono molte e la vita in vigna è tra la fasi più delicate del processo produttivo.
Le avversità a cui la vite va incontro durante l’arco della sua esistenza prendono il nome di ampelopatie e sono di varia natura: avversità atmosferiche, parassiti animali e parassiti vegetali.
Avversità atmosferiche
Il clima è molto importante per la vite, dalla sua nascita e in tutte le sue fasi stagionali, ma solo due sono le problematiche più gravi legate a fenomeni atmosferici dannosi per la vita della pianta: grandine e gelate.
Grandine:
tristemente comune in estate, è molto difficile prevederne l’arrivo prima delle quattro ore. Talvolta non è possibile neanche un’ora prima.Per prevenire i danni della grandine, uno dei metodi più usati in vigna è costituito dallle reti antigrandine che con i loro piccoli fori raccolgono i chicchi di ghiaccio ed evitano che questi danneggino la pianta. Questo metodo è molto oneroso per i proprietari dei terreni, ma efficace, se le reti vengono montate correttamente.
In alcuni casi, si può prevenire la caduta attraverso la frantumazione del chicco che avviene mediante onde sonore prodotte al suolo (cannoni detonanti), prodotte dentro la nube (razzo esplodente), inseminazione artificiale delle nubi con particelle microscopiche (ioduro d’argento).
Gelate:
questi fenomeni non si possono invece impedire, ma si possono contenere.
Qualcuno accende fuochi o copre i ceppi con coperte. In alternativa, possono essere scelte selezioni di cultivar (cioè varietà di pianta) che hanno una resistenza maggiore alle basse temperature.
Parassiti animali
Tra i peggiori incubi dell’agronomo ci sono i parassiti: insetti il cui ciclo vitale dipende, in parte o completamente, da quello della vite che li ospita e sulla quale hanno effetti dannosi.
Ecco alcuni esempi:
Fillossera
Il più famoso tra i parassiti animali è indubbiamente la fillossera.
E’ un insetto originario dell’America del Nord, che a fine del secolo scorso arrivò in Italia e in Europa e iniziò a distruggere le radici della vite europea, evidenziando invece la resistenza dell’apparato radicale americano.
Sulle radici provoca riduzione della capacità assorbente e galle nodose.
Le galle sono protuberanze che la pianta sviluppa per effetto di una reazione, paragonabile a quella allergica, a fattori esterni come insetti, batteri, acari o funghi.
Sulle foglie causa invece galle rugose, all’interno delle quali la fillossera si sviluppa nel suo stadio giovanile.
L’attacco alle foglie risulta letale per la vite americana, mentre è poco significativo o assente sulle viti europee.
Per ovviare a questo grave problema che alla fine del secolo scorso paralizzò il mercato vitivinicolo europeo, si adottò la tecnica dell’innesto.
La parte aerea della vite europea viene da allora impiantata sulla radice della vite americana (questo metodo si basa sulla resistenza delle parti scelte per l’innesto delle due viti).
Questo insetto non riesce a compiere il suo ciclo biologico su terreni sabbiosi e a basse temperature, nelle quali, pertanto, si può coltivare la vite europea senza innestarla su vite americana.
Parliamo ancora di parassiti animali. Oltre alla fillossera, ci sono altri insetti molto pericolosi per la vite e la produzione di vino: vediamone alcuni
Tignola o tignoletta
Si tratta di bruchi o larve di farfalla che, con le loro erosioni, distruggono sia i giovani germogli che gli acini a inizio maturazione. Entrano nel frutto, lo svuotano in parte e poi lo lasciano spaccato, creando un facile accesso a muffa grigia o marciume acido. Contro questi insetti esistono trappole a feromoni sessuali, che attirano il maschio e lo catturano, o insetticidi.
Cicaline
Sono farfalline succhiatrici che si nutrono succhiando la linfa dai piccioli, dai tralci erbacei e dalle nervature delle foglie, sottraendo loro linfa elaborata e causando imbrunimento delle nervature, ingiallimento dei margini (che possono tendere anche ad una tonalità fulva) e disseccamento.
Acari o ragnetti rossi o gialli
Sono minuscoli ragni che, in inverno, si annidano nelle nervature delle foglie e sottraggono loro la linfa, provocando con le loro punture ingiallimento delle foglie e macchie gialle rossastre, macchie sugli acini e danni sulla pianta. Sono molto mobili e quando attaccano massicciamente si vedono anche numerose piccole ragnatele. Mantenendo il terreno umido o cospargendolo di farina di rocce si possono tenere lontani.
Sigaraio
Insetti simili a coleotteri con elitre di colore verde scuro-dorato o metallico-blu, che si nutrono punzecchiando o scavando la foglia. In seguito alle erosioni la foglia si arrotola a forma di sigaro e la femmina la tiene insieme con secrezioni prodotte da lei per entrarvi dentro e deporre le uova. In caso di forti infestazioni si interviene con insetticidi.
Flavescenza dorata
Parliamo ora di un virus trasmesso da un insetto (Scaphoideus titanus) che può provocare un improvviso arresto dell’attività vegetativa della pianta, con la conseguente mancata lignificazione. I germogli e le foglie si curvano, i tralci diventano gommosi, gli acini si colorano di giallastro su uve bianche e con riflessi rosso-violacei su uve nere, e non si ingrossano, talvolta seccano. Le piante infette vanno eliminate, una buona prevenzione consiste nell’impiego di vitigni resistenti. Le epidemie sono state talmente gravi negli ultimi anni che il Ministero delle politiche agricole e forestali ha emanato un decreto di lotta obbligatoria anche per colture amatoriali.
Legno riccio
Anche in questo caso di tratta di un virus veicolato da insetti; per l’esattezza quattro tipologie di virus. Si manifesta con un ispessimento a livello del punto d’innesto e assottigliamento del portainnesto, microscopiche butterature dei tessuti legnosi con successive alterazioni dei tessuti conduttori. Bisogna evitare il reimpianto immediato, oppure usare portainnesti resistenti agli insetti che trasmettono il virus.
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Legno nero
Questo virus, trasmesso da una specie diversa di cicalina rispetto a quella della flavescenza dorata, è chiamato legno nero a causa della necrosi della parte legnosa che provoca durante l’inverno.
Sintomi e danni causati alla pianta non sono molto differenti da quelli che presenta la flavescenza dorata, con qualche differenza sulle tempistiche con cui si presentano.
La lotta e la prevenzione è invece differente: lavorazioni del terreno nel periodo invernale (assolutamente non nei mesi estivi) potrebbero danneggiare i giovani insetti. E’ in fase di sperimentazione anche la termoterapia in acqua per risanare il materiale di propagazione vinicola da infezioni da legno nero.
Abbiamo visto che tra le avversità che deve affrontare la vite ci sono quelle atmosferiche e di origine animale. Ma non finisce qui: ci sono ancora i temutissimi parassiti vegetali: funghi e virus che colpiscono la pianta causandole danni molto gravi.
Ecco alcuni esempi di parassiti vegetali
Peronospera
Questo fungo nel 1879 arrivò in Europa dall’America del Nord tramite materiale infetto e si diffuse rapidamente provocando danni notevoli a tutte le viti. Si manifesta sulla pagina superiore della foglia con macchie decolorate che con il tempo possono imbrunirsi e necrotizzare. Si estende sulla pagina inferiore rendendola friabile; in seguito attacca anche i grappoli, impedendo agli acini di giungere a maturazione. Colpisce tutti gli organi verdi della vite: tralci, foglie, fiori, grappoli, distruggendoli progressivamente. Si può prevenire facendo attenzione ad una serie di aspetti come esposizione, altitudine, portainnesto, concimazioni, potature, si può curare con prodotti antiperonosporici.
Oidio o mal bianco della vite
E’ un fungo che colpisce le foglie, i germogli, i tralci ed i grappoli. Il suo sviluppo è favorito da elevata umidità, temperature che oscillano tra i 25 e i 26°C e assenza di bagnatura, aspetto che la rende una malattia tipica delle annate calde e secche. Sulle foglie compaiono chiazze bianco-grigiastre, i fiori colano, la bacca necrotizza e talvolta si spacca, favorendo l’accesso ad altre malattie. Per la lotta alla malattia si adoperano fungicidi (zolfo bagnabile) abbinati a prodotti antiperonosporici ed antioidici in quanto si mescolano bene tra loro ed entrambe le malattie possono colpire nello stesso periodo.
Muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea)
Questo fungo si insedia principalmente sui grappoli. La sua comparsa è favorita da temperature sui 15-25°C e da alta umidità.
Si manifesta con la presenza di una muffa grigia, i grappoli marciscono ed il prodotto finale ha una qualità scadente, i vini che ne derivano saranno poco stabili.
Per la lotta alla muffa grigia è importante tenere sotto controllo gli altri parassiti della vite (oidio, peronospora e tignole) che possono determinare danni e quindi vie d’accesso alla botrite.
Un’altra modalità di contrasto consiste nell’impiego di fungicidi antibotritici specifici.
Mal dell’esca o apoplessia
Il mal d’esca è causato da una serie di funghi che colonizzano il legno. Si manifesta tra le nervature delle foglie con una clorosi giallastra, al cui centro ci sono delle macchioline rosse necrotiche, sui tralci e sul legno con una disgregazione dei tessuti legnosi. La pianta può morire qualche anno dopo l’insediamento di questi funghi, che possono essere controllati con interventi preventivi quali: impiego di materiale vegetale sano e controllato, eliminazione delle piante malate, monitoraggio continuo delle piante in modo da intercettarne i primi sintomi, evitando l’utilizzo degli stessi arnesi di taglio durante la potatura invernale, eseguendo tagli di risanamento che permettono di mantenere la parte legnosa sana ed eliminare quella infetta.
Escoriosi
Questo fungo colpisce prevalentemente germogli e tralci provocandone lesioni o escoriazioni necrotiche. La sua vita è favorita da primavere molto umide con abbondanti piogge. Per evitare che la situazione degeneri, è importante eliminare i tralci colpiti con la potatura secca e, dopo la fase di germogliamento, ricorrere a fungicidi usati per combattere la peronospora.